Fino a qualche giorno fa non sapevo chi fosse Jóhann Jóhannsson. Sono inciampata per caso nella sua storia a Roma lo scorso fine settimana. Ma ancora dovevo capirlo. E tutto iniziò venerdì al Chiostro del Bramante davanti a una donna persa con gli occhi sbarrati, i capelli elettrici e una mano chiusa, decisa, attorno al collo di un gatto. È un ritratto che Lucian Freud fece alla sua prima moglie e che sembra scavargli l’anima come avrebbe potuto fare il nonno, Sigmund Freud. Sono …