Eleonora Buratto è sulla cresta dell’onda dal 2015 e non smette di regalare interpretazioni mozzafiato: è tra i soprani lirici più acclamati al mondo. Ce ne siamo innamorati in Donna Anna e Mimì e ora non possiamo più rinunciare ad ascoltarla nel repertorio verdiano, che a breve la conoscerà in Desdemona, il 28 marzo al Gran Teatre del Liceu di Barcellona. Da fissare in agenda sono anche le date dell’11 e 18 marzo, quando Regio online 2021 distribuirà in streaming due grandissime produzioni che l’hanno vista protagonista: Così fan tutte e Concerto Verdi. Come solo i grandi sanno fare, Eleonora risponde alle mie domande con sensibilità e semplicità, non perdendo l’occasione per togliere i fronzoli e puntare al cuore della questione.
Al Teatro alla Scala il suo debutto in Così fan tutte è stato così convincente da essere paragonato all’interpretazione che nel 1989 ne diede Daniela Dessì, diretta da Riccardo Muti. Proprio sotto la stessa bacchetta tornerà in Fiordiligi al Regio di Torino, nella produzione che sarà disponibile in streaming l’11 marzo. Crede nel destino?
Credo molto nel destino e questo paragone mi lusinga e commuove, perché ogni volta che ho ascoltato la registrazione di quel Così fan tutte io non ho fatto altro che sognare a occhi aperti di potere un giorno anch’io interpretare Fiordiligi diretta dal M° Muti. Quindi lo considero un meraviglioso regalo del destino, o del Cielo.

Se oggi potesse passare due ore con la Dessì per approfondire il ruolo di Fiordiligi cosa le chiederebbe?
Probabilmente le chiederei di cantarmela per poterla osservare e studiare, perché purtroppo non ho mai avuto il piacere di ascoltarla dal vivo in questo ruolo e soprattutto ho il grande rimpianto di non averla conosciuta. Chissà cosa penserebbe di me…
Sempre a Torino interpreterà il Te Deum di Giuseppe Verdi, in cui il soprano solo ha la responsabilità, così delicata, della frase conclusiva: «In te Domine, in te speravi, in te». È una preghiera, una supplica o una consapevolezza?
In questo periodo, più che mai, ho vissuto queste poche battute come una preghiera e una supplica, un voler affidarsi consapevoli e fiduciosi a Dio per la risoluzione di questa sofferenza e delle difficoltà che ci accompagnano ormai da un anno.
Dal 2009, l’anno del suo debutto, Riccardo Muti è stato testimone della sua crescita ed evoluzione vocale. Che Eleonora si troverà di fronte oggi, nei concerti torinesi?
Una Eleonora matura, sia come donna che vocalmente. Il Maestro Muti è non solo testimone, ma tassello importante per la mia evoluzione. È stato il primo direttore a darmi fiducia e a incoraggiarmi verso il cambio di repertorio che poi io ho affrontato gradualmente.
Cosa fa nel tempo libero?
Amo leggere, guardare film, occuparmi della casa e cucinare. Amo anche ricamare, anche se sono due anni che non riesco più ad applicarmi, ma sarà uno degli obiettivi del 2021!
Amore vs carriera: un mito da sfatare?
È un mito che si può sfatare solo se di base l’amore è profondo e le due persone in questione sono dotate di molta forza e intelligenza. Tutto questo per dire che non è facile trovare un equilibrio nella coppia, soprattutto se la carriera impegna molto la donna. Ma nulla è impossibile. Io sto vivendo amore e carriera con molta serenità, grazie ad Emanuele. Sono stata fortunata.

Il 23 febbraio i lavoratori della cultura sono scesi in piazza a seguito di un anno di fermo totale, o quasi. Cosa sente di dire rispetto a questa situazione?
Il nostro settore è stato messo in ginocchio, non siamo stati capiti e nemmeno aiutati in modo adeguato. Ci hanno dimostrato di non conoscerci e che la cultura è spesso l’ultima ruota del carro per la politica.
A breve debutterà anche nel ruolo di Desdemona in Otello al Grand Teatre del Liceu di Barcellona. Rispetto a questo ruolo Giulio Ricordi scriveva: «se l’artista sarà intelligente ed avrà il rispetto dell’arte, gli effetti li troverà senza cercarli». Lei che effetti ha trovato?
Sono perfettamente d’accordo, aggiungo che avendo rispetto delle indicazioni di Verdi il lavoro interpretativo è già praticamente fatto, poi si deve aggiungere solo il cuore e l’onestà di intenti.
Quello di Otello è un Verdi che spinge ad andare oltre, lo fa con se stesso nella scrittura ma anche con chi lo interpreta. Ha qualche desiderio particolare per i prossimi ruoli?
Avendo intrapreso finalmente il repertorio verdiano, mi auguro di poter fare almeno un debutto importante all’anno. Tra i primi in lista ci sono sicuramente Don Carlo e Trovatore.
A tutti i giovani cantanti c’è qualcosa che in particolare consiglierebbe, oltre a studio e determinazione?
La pazienza perché è un percorso lungo e difficile; di essere sempre vigili, di imparare a riconoscere approfittatori e manipolatori, nessuno può tutelarti meglio di te stesso, ma allo stesso tempo fidarsi delle persone giuste; e infine di avere la forza di andare avanti anche dopo tante porte chiuse, senza mai essere arroganti, spesso quando si chiude una porta si apre un portone.
L’ultimo libro letto.
La camera d’ambra di Matilde Asensi.
Un augurio a se stessa
Mi auguro di sapere e di potere superare gli ostacoli che incontrerò sul mio percorso.
Veronica Pederzolli