A parlare di classica sugli schermi c’è spesso Laura Marzadori. Primo violino di spalla dell’Orchestra della Scala non nasconde di essere figlia dei propri tempi: il suo profilo Instagram conta 110 mila follower e il suo secondo lavoro è quello dell’influencer, nel campo della musica e della moda. Lunedì 16 novembre è stata protagonista di una gaffe che ha avuto echi nel mondo della classica, quando, raccontando in onda su Rai5 del suo amore per La traviata, il conduttore di Nessun Dorma, Massimo Bernardini, le ha chiesto: «Tu ti ricordi a memoria un passaggio di Traviata…tanto per ambientarci? Anche solo un pezzettino?». La Marzadori, visivamente non convinta, ha preso il violino e ha suonato l’incipit di Aida, subito rendendosi conto e provando a recuperare con un «Non so se mi ricordavo la tonalità, però, comunque…».
Si aprano i cieli, tutti a commentare in maniera poco elegante e severa, anzi severissima. «Vergogna! Invece di rifare il viso a 30 anni, sarebbe meglio che studiasse qualche partitura per poter essere chiamata la spalla e pretendere il rispetto dei colleghi!», dichiara Rosa Weisbrot, violinista che è stata una tra le tante ad aver caricato il peso da novanta su quei 30 secondi di Aida. A questo punto però poniamocelo questo interrogativo: siamo sicuri di star attaccando esclusivamente l’errore? O forse stiamo cadendo, per l’ennesima volta, nella trappola della criminalizzazione della bellezza? Forse stiamo, magari anche inconsapevolmente, rinforzando lo stereotipo della bella che non balla e che fa successo solo grazie all’aspetto fisico? D’altronde per anni e ancora oggi la tv ha voluto omologare la bellezza e relegarla a un ruolo silenzioso e vuoto nei contenuti. Lo dimostrano per ultimi gli articoli sessisti usciti sulla Marzadori stessa ancor prima dell’episodio a Nessun Dorma o il famoso tutorial diffuso dalla RAI il 25 novembre. La tv lo ha fatto e ci è riuscita al punto che oggi siamo spesso proprio noi donne le più feroci ad accanirsi contro le altre, soprattutto se belle di quella bellezza di moda sugli schermi. Quasi a dire: tu sei bella e io sono brava. Punto. Come se ci fosse un’unica formula per essere belle e un’unica, rigorosamente distinta e comprendente tutto il resto, per essere brave. Ma la verità è che alla fine siamo tutte umane: belle della propria bellezza e brave in ciò che sappiamo fare, ognuna nel proprio. Questo me lo ricorda e me lo insegna tutti i giorni Maria, la mia coinquilina, che è solita fermarsi improvvisamente tra una chiacchiera e l’altra per sorridere a me e Cristina -l’altra coinquilina – ed esclamare: «ma quanto siamo belle! Tre universi lontani che risplendono». Lei parla di bellezza vera, di quella che conosce i difetti, gli errori e continua a vederne il bello. Dovremmo provare anche noi a guardare con questi occhi prima di mandare alla gogna una persona per una svista, prima di additarla come incapace solo perché, forse, si è ritoccata le labbra.
Laura Marzadori è bella e le piace valorizzarsi attraverso il fashion, ma non ci sono dubbi sul fatto che sia anche un’ottima violinista: in Scala è stata scelta all’unanimità da una commissione presieduta da Daniel Barenboim ed è poi stata confermata dalla Scala stessa dopo un lungo periodo di prova. Credo non ci sia altro da aggiungere.
E a proposito di donne e di Aide dei nostri giorni, ah no scusate (è ora di riderci su! Che sarà mai!), di Violette, nella stessa puntata di Nessun Dorma c’era Lella Costa a parlare della sua Traviata, l’intelligenza del cuore, l’opera teatral-musicale scritta con Gabriele Vacis. In lungo e così frizzante monologo mescola, intreccia e gioca con il romanzo di Dumas, il libretto di Piave e le musiche di Verdi, a cui aggiunge altri capolavori di Franco Battiato, Tom Waits e Marianne Faithful. Recita tutte le parti della storia, dalla Signora delle Camelie alle ragazze di strada, in un sincero omaggio alla donna che pone l’accento sulla storia di due grandi dive, emblemi dell’amore non corrisposto: Maria Callas e Marilyn Monroe. Donne lontane, ma così simili in fondo: «ogni donna è stata ed è una bellissima bambina, troppo spesso trasformata in merce da chi non riesce a comprenderne il bisogno d’amore e di cura».
Prendeteveli questi due minuti per ascoltarvi anche questo breve monologo della Costa, che dedicherei, ora, a tutti gli uomini. Ne vale la pena.
Ps: la prossima settimana vi racconto della mia La traviata preferita.
Veronica Pederzolli