Doveva essere un luogo di scambio di opinioni tra una settantina di amici e invece il gruppo Facebook Ordine professionale dei musicisti italiani ed enti in pochi giorni si è ritrovato con 14000 iscritti. Lo hanno fondato il 30 aprile i professionisti della musica Achille Dallabona e Silvia Stella e vi hanno aderito musicisti da tutta Italia e di ogni ordine e genere, dal bandista all’orchestrale, dall’insegnante allo studente. Un vero e proprio movimento orizzontale che, in un momento così critico per lo spettacolo dal vivo, sensibilizza a non guardare alla musica come occasione di polemica o di urgenza immediata, ma a favorire il ritorno di una considerazione di quest’arte come un qualcosa di essenziale nella vita delle persone. A partire da quella dei bambini e dalla loro interpretazione del “che cos’è la musica?” con l’appena lanciato #MUSICAINPIGIAMINO e con una serie di prospettive che è Dallabona a illustrare.
Il coronavirus è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Dove fa risalire la non considerazione italiana per i mestieri dello spettacolo dal vivo?
Credo che il coronavirus sia stato piuttosto il mezzo che ha messo finalmente in luce quella goccia, già da tempo spada di Damocle sulla testa del mondo “Azienda musica italiana”, e abbia amplificato le problematiche di noi lavoratori dello spettacolo, rendendole note a tutti.
La non considerazione, o meglio, la scarsa considerazione, in Italia, del nostro settore, ha origini molto più radicate e lontane nel tempo di quanto si possa pensare. Già ai tempi del Regno d’Italia infatti, la musica non era inserita nelle discipline scolastiche fondamentali, poiché ritenuta (erroneamente!) mero intrattenimento.
Così ha pensato di fondare un gruppo per parlare delle possibilità con una settantina di amici e poi si è ritrovato con 14000 iscritti. Un segnale forte…
Certamente forte, inaspettato sul piano numerico e ovviamente dell’adesione (era nato come gruppo privato di amici), ma non sul piano del percepire un bisogno di esprimersi.
In questa settimana, studiando la genesi del gruppo, ho osservato che:
1.Le persone avevano un’impellente voglia di palesarsi, ovvero di dire chi sono, cosa fanno, da dove vengono;
2.Le persone del gruppo che commentano in maniera offensiva o sgarbata non lo fanno per screditare le buone intenzioni. Sono anni di frustrazioni e brutti ricordi, di voci non ascoltate che chiedono aiuto anche attraverso questo modo di esprimersi che certamente non è costruttivo ma ben comprensibile. Ciò non toglie che il rispetto deve essere alla base di ogni relazione, anche social;
3. Da una parte molte persone chiedevano risposte immediate e incessanti nonostante le poche ore di vita del gruppo e dall’altra molti si sono proposti di aiutarci in ogni forma, anche con un semplice contraddittorio.
Quali crede siano nel pratico le esigenze primarie nella tutela del professionismo musicale?
“Tutela” é un termine abusato, ha molte sfaccettature e va sempre contestualizzato. Secondo me manca la consapevolezza e questo è ciò che causa il danno maggiore. Professionismo significa esercitare una professione, e la nostra professione è musica. La musica però é una disciplina artistica. Come possiamo unire i due concetti? Servendoci del termine responsabilità.
Ogni volta che un musicista, indipendentemente dal tipo di attività musicale, dal professionista all’ amatore, utilizza i social o le proprie energie in qualsiasi azione negativa che possa influenzare l’opinione pubblica, procura un danno all’Azienda musica, influenzando l’opinione o l’interesse del consumatore e dell’appassionato.
Come dunque ha cominciato a muoversi in proposito?
Io e il mio piccolo staff ( ragazzi volontari provenienti da tutt’italia) abbiamo passato giorni interi senza dormire, ascoltando tutte le proposte e le perplessità che ci venivano riferite da tante voci diverse. A questo proposito tengo a ringraziare tutti i legali che, volontariamente, hanno offerto la loro consulenza per capire come orientarci.
Consapevole di cosa “non volessi fare”, appurata l’apertura di intenti e la collaborazione a ogni livello, ho deciso di trasformare questo gruppo in qualcosa di reale. Tutti ne sono stati felici e colleghi e amici ci sono vicini in questa impresa!
Ha poi scoperto che l’esistenza di un albo non può sussistere se esistono gli enti, che fattivamente in Italia esistono…
In realtà costituire un albo professionale in Italia é legalmente possibile ma si tratta di un percorso lungo anni, scivoloso e impervio; se il Parlamento si aprisse a questa ipotesi ma non si trovasse un accordo adeguato, potrebbero esistere due albi: l’albo degli enti e quello professionale (inclusivo di professionisti e non professionisti). Questa situazione presenterebbe già due unità in antitesi che vanificherebbero la volontà di unità e di intenti. Inoltre l’esistenza di due albi potrebbe creare un precedente per costituirne 3, 4, 5 e si tornerebbe alla divisione iniziale.
Dovremmo trovare invece unità e un’identità musicale ideologica, eterogenea e aperta a tutti coloro che voglio contribuire con le loro conoscenze specifiche o anche solo fornendo problematiche e argomenti sui quale discutere.
Nel pensare a una tutela non si potrebbe guardare ad altri stati più virtuosi dell’Italia in questo campo?
La tutela deve partire da un concetto di identità e di dignità. Bisogna essere consapevoli di chi siamo e dove stiamo andando. Deve esistere unità di intenti sul piano umano prima che professionale, agendo poi di conseguenza.
E come ritiene realizzabile all’atto pratico questa unità d’intenti?
Stiamo lavorando h24, siamo contattati da tante persone, colleghi, tecnici, legali che volontariamente ci stanno aiutando e credono in questo progetto.
Lavoriamo per gradi, come per tutte le cose ci vuole tempo. Un gruppo fb non è solo un numero, ci sono persone reali dietro e tantissimi sono nostri amici e colleghi e vanno trattate con rispetto e dignità, ponderando bene ogni decisione futura ma soprattutto discutendone insieme.
Ora cambierete il nome, quale sarà?
Direi proprio di si, é giunto il momento. Lo staff proporrà una rosa di possibilità e i membri lo sceglieranno a votazione. Siamo musicisti, la fantasia è la nostra specialità!
Perché invita tutti i musicisti, insegnanti e appassionati di musica ad iscriversi al suo gruppo?
Perché questo gruppo è una realtà unica. È un movimento di persone, senza condizionamenti politici e sindacali, che possono essere libere di discutere, proporre argomenti e trovare risposte. Per quello nasce su un social network. Creeremo topic di discussione, metteremo in contatto i membri con le varie figure di supporto specifico e, se un giorno auspicabilmente i numeri ce lo consentiranno, avanzeremo le nostre richieste, figlie di problematiche che viviamo in prima persona, sulla nostra pelle. E lo faremo per la prima volta davvero uniti.
Veronica Pederzolli